venerdì 2 agosto 2013

Shalwid Ektaban in mano ai Barbari



Il nome Shalwid Ektaban significa letteralmente "Assembramento delle Lame". La sua struttura e la sua posizione geografica, infatti, l'hanno da sempre resa un ottimo avamposto in cui radunare eserciti prima di sferrare attacchi militari o dove stanziare truppe per sorvegliare i confini. Prima di finire nelle mani dei barbari, essa apparteneva ai Duharion, responsabili della sua edificazione e della progressiva espansione delle sue cinte murarie, sebbene per alcuni periodi sia stata conquistata anche dai Fhegòlnori che vi eressero le caratteristiche torri "spinose". Una delle peculiarità architettoniche più rilevanti della fortezza sono infatti le sue torri, dalle guglie ricoperte di tegole munite di grandi "aculei" metallici; che secondo alcuni sarebbero le vere responsabili del nome della città. Simili lame si trovano anche su alcuni tetti di edifici del borgo, e in particolare sul mastio situato sull'acropoli. Questo accorgimento doveva servire a difendere la fortezza dagli attacchi aerei, per esempio da parte di draghi o di altri animali alati, che in tal modo non avrebbero potuto posarsi sulle torri.
La città è costruita su un colle dal rilievo poco pronunciato, ed è circondata da promontori più alti che costituiscono quasi un prolungamento naturale delle sue mura e uno sbarramento tra i territori pianeggianti a est e a ovest della roccaforte. Dalle torri e dalle mura cittadine è possibile spaziare con lo sguardo su vaste steppe e nebbiose foreste di conifere.
A determinare la caduta di Shalwid Ektaban in mano ai barbari è stata soprattutto la sua distanza dalle altre grandi città di confine. Quella posizione che, un tempo, l'aveva resa un avamposto strategico affacciato sui territori selvaggi, a lungo andare si è trasformata in una trappola: troppo discosta dalle principali vie di transito del continente, la fortezza è diventata via via sempre più difficile da raggiungere per le carovane mercantili (spesso vittima di assalti e brigantaggio) e si è trovata perciò isolata. Un isolamento che l'ha progressivamente indebolita, lasciandola alla mercè delle continue incursioni armate delle bellicose tribù orientali.

Della città di Shalwid Ektaban si narra da pag. 335 a pag. 349 del romanzo "Le memorie di Helewen".



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