martedì 27 novembre 2018

La trilogia Pirin recensita nel video di "Nella tana della bianconiglia"



Una bellissima recensione a cura di Pamela Grasso per il canale "Nella tana della bianconiglia", che ha saputo cogliere in modo ammirevole lo spirito della trilogia descrivendo tutto quanto sia essenziale sapere per avventurarsi nella lettura di questi romanzi! 

venerdì 16 novembre 2018

Super offerte per il sesto anniversario della saga!



Il 17 novembre 2018 ricorre il sesto anniversario della fantastica saga dei "Pirin", il cui primo volume vide la luce appunto il 17 novembre del 2012. Per celebrare la ricorrenza e proporvi un'accattivante idea regalo per il periodo natalizio che si avvicina, dal 17 novembre fino al 31 dicembre potrete acquistare la trilogia cartacea completa a soli 35.- Euro (per l'Italia, senza spese di spedizione) anziché 45.- Euro, o 40.- CHF (per la Svizzera) invece di 50.- CHF! 
Per beneficiare di questa offerta sulla trilogia cartacea, scrivete un'e-mail all'indirizzo: sebastiano.b.brocchi@gmail.com.

Come se non bastasse, potete beneficiare fino alla fine dell'anno di un imperdibile sconto del 50% su tutti gli eBook della saga, disponibili su tutti i maggiori store online!


venerdì 12 ottobre 2018

Tasar, La Strada di Sangue: calano le tenebre sul sentiero del nostro eroe!



È stato pubblicato oggi il seguito "oscuro" del percorso di Tasar, l'eroe della saga spin-off disponibile in esclusiva sull'app Playtrip! Si intitola "Tasar - Parte Seconda - La Strada di Sangue", e rappresenta una delle due scelte possibili per proseguire l'avventura di "Tasar - Parte Prima - L'Apprendista", in alternativa a "Tasar - Parte Seconda - Il Canto della Foresta".

Ricordiamo infatti che, al termine della prima avventura, Tasar è chiamato a compiere una scelta che determinerà il suo destino: essere istruito come druido o diventare un temibile stregone e sicario della Fratellanza del Fiordaliso Nero. 
È dunque il lettore a determinare la via imboccata dal protagonista, e se questi sceglierà di intraprendere l'iniziazione alla magia oscura, dovrà quindi procedere il cammino su "La Strada di Sangue". 

Quattro le location attualmente disponibili per scaricare l'avventura geolocalizzata: Bellinzona (Svizzera), Binasco (Milano), Cerveteri (Roma) e Lettere (Napoli). Località accomunate dal fascino gotico dei rispettivi castelli medievali, sfondo perfetto per questa trama dalle tinte cupe e i risvolti drammatici. 

Per scaricare "La Strada di Sangue" dovete disporre di 300 PTP (i punti utilizzati sull'applicazione). 

Inktober con la saga dei Pirin: PirInktober! #day12 #whale




martedì 9 ottobre 2018

Approfittate della SUPER OFFERTA su STEAM!



Eselmir is part of the Steam Weeklong Deals starting today! For the whole week you can get a crazy 75% discount and enjoy our PointAndClick #AdventureGame for the amazing price of $3,49!

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Inktober con la saga dei Pirin: PirInktober! #day9 #precious




giovedì 27 settembre 2018

Recensione de "Le memorie di Helewen" da Fantasiesucarta.it

Il fantasy che abbiamo letto per voi è “Pirin, Le Memorie di Helewen” che è il primo volume della saga di Sebastiano B. Brocchi.

Più che saga io direi opera.

Il lavoro che ha fatto l’autore è notevole e impressionante. Non ha creato solo un mondo e dei personaggi che lo abitano ma un vero e proprio universo che è descritto minuziosamente tra le pagine di questo grandioso volume.

Chi sono i Pirin? Su questa stirpe di uomini quasi estinta, semidei che abitavano un tempo le alte montagne d’Oriente, circolano numerose leggende ma poche notizie certe. Nella primavera inoltrata dell’Ottava Era del mondo una zattera attraversa le placide acque del fiume Pafantehes-yedo. A bordo si trovano una giovane donna avvenente, di carnagione scura, e un uomo biondo d’aspetto principesco, dall’acconciatura curata, entrambi riccamente abbigliati. Insieme a loro, un ragazzo di quindici anni mulatto, dai lineamenti ben marcati, i capelli corvini e lo sguardo bruno intenso acceso da riflessi ambrati. Si chiama Nhalfòrdon-Domenir, Splendente Narciso, e quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto i suoi genitori. Comincia così Pirin – Libro I Le Memorie di Helewen, con l’arrivo del giovanissimo Domenir a Villa delle Magnolie, adagiata all’interno di un’insenatura del largo emissario, dimora di Helewen. Qui i genitori lo affidano alle cure del munifico padrino, prima di partire per una spedizione verso misteriose terre oltreoceano, da cui non sarebbero più tornati.

La storia dei Pirin viene raccontata da Re Helewen e trascritta dal giovane Nhalfòrdon-Domenir, un ragazzo disabile di quindici anni, molto abile nell’arte della scrittura, che è stato lasciato a corte dai suoi genitori.

È un racconto intrigante, affascinante, curato nei minimi dettagli, che coinvolge e trascina il lettore nella sua spirale magnetica.

Ovviamente non ci si deve aspettare una narrazione veloce o ricca di azione. È un testo complesso, per cui è necessario concentrarsi e prendersi tempo per immaginare e sognare.

Questo tipo di narrazione mi ha ricordato “Le mille e una notte”, oltre che l’articolato ed epico mondo tolkeniano. Con ciò non voglio di certo dire che è un libro poco originale, eh! Sono certa che l’autore abbiamo impiegato tempo e fatica a dar vita ad una simile realtà, perché di ciò si tratta: il mondo della carta prende vita e diventa reale, concreto… vivo.

Per concludere, direi che è un fantasy di genere classico, ben curato e interessante, adatto a chi ha voglia di appassionarsi ad un nuovo mondo ricco di magia.

Recensione a cura di Micol Giusti


lunedì 24 settembre 2018

Nuove location per "Il Canto della Foresta"!




Sono finalmente disponibili tre nuove location per vivere l'avventura di Tasar alle prese con "Il Canto della Foresta" (disponibile in esclusiva sull'app Playtrip)! Le nuove ambientazioni, dislocate rispettivamente al nord, centro e sud Italia, sono: l'Idroscalo di Milano, il Lago Albano (Roma) e il Cratere degli Astroni (Napoli).

Per scaricare "Tasar, Parte Seconda, Il Canto della Foresta" sono necessari 300 PTP (i punti utilizzati nell'applicazione).
Potrete quindi immergervi in un percorso magico e poetico nel cuore di una natura rigogliosa, in cui alternare l'esplorazione delle meraviglie del parco alla lettura delle vicende del nostro eroe.

Vi ricordiamo che il percorso luminoso de "Il Canto della Foresta" è solo uno dei due possibili prosiegui dell'avventura di Tasar, in quanto siete voi stessi a stabilire il corso della storia in base alle vostre scelte. Se deciderete di far seguire a Tasar un cammino da stregone oscuro, votato al Signore del Chaos, potrete farlo scaricando "Tasar, Parte Seconda, La Strada di Sangue" (coming soon). 

mercoledì 19 settembre 2018

100% di apprezzamenti per "Eselmir" su Steam


Con un 100% di recensioni positive finora ottenute, "Eselmir e i cinque doni magici" si è guadagnato il badge di gioco CONSIGLIATO su Steam!
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martedì 11 settembre 2018

"Tasar - Parte Seconda - Il Canto della Foresta": pronti, partenza, via!


Da oggi è disponibile sull'app Playtrip la prima ambientazione per la seconda parte dell'avventura di Tasar, intitolata "Il Canto della Foresta". La prima location in cui sarà possibile vivere l'esperienza fantasy di Tasar, alle prese con la sua iniziazione da druido, sarà la suggestiva cornice del parco Bolle di Magadino, in Svizzera. Presto verranno rese disponibili altre tre possibili ambientazioni, dislocate rispettivamente al sud, centro e nord Italia. 
Per scaricare "Tasar, Parte Seconda, Il Canto della Foresta" sono necessari 300 PTP (i punti utilizzati nell'applicazione).
Potrete quindi immergervi in un percorso magico e poetico nel cuore di una natura rigogliosa, in cui alternare l'esplorazione delle meraviglie del parco alla lettura delle vicende del nostro eroe.

Vi ricordiamo che il percorso luminoso de "Il Canto della Foresta" è solo uno dei due possibili prosiegui dell'avventura di Tasar, in quanto siete voi stessi a stabilire il corso della storia in base alle vostre scelte. Se deciderete di far seguire a Tasar un cammino da stregone oscuro, votato al Signore del Chaos, potrete farlo scaricando "Tasar, Parte Seconda, La Strada di Sangue" (coming soon). 

giovedì 9 agosto 2018

La recensione de "Le memorie di Helewen" sul blog letterario "Il Gufo Lettore"




Pirin. Le memorie di Helewen, primo libro della trilogia dei Pirin di Sebastiano B. Brocchi, è un romanzo sui generis, una collezione di storie nella storia che mira a costruire una mitologia complessa e gettare le basi per un mondo dove ogni singolo particolare è curato sin nel più piccolo dettaglio.

Nhalfòrdon-Domenir, un ragazzo paraplegico costretto in sedia a rotelle, viene affidato alle cure di Helewen, proprietario della splendida Villa delle Magnolie e re dei Pirin, una stirpe di semidei la cui origine è avvolta nella leggenda. Sarà dopo una domanda di Domenir che Helewen deciderà di raccontargli la storia del suo popolo, narrando gli eventi che ne hanno portato alla nascita e le tappe più importanti della loro storia.

Pirin. Le memorie di Helewen è un romanzo molto ricercato. A partire dai nomi dei personaggi e dei luoghi, figli di lingue inventate in cui sono scritti anche alcuni passaggi del libro – in particolare alcuni pezzi poetici – , sino alle descrizioni, ricchissime di dettagli, senza tralasciare l’impostazione stessa, che rimanda alle raccolte di novelle medievali, racchiuse in una cornice dove i personaggi si alternano nella narrazione. Qui il narratore è uno, Helewen, ma è come se fossero molti, perché nei racconti solo in apparenza a stampo cronachistico è racchiusa anche la voce di tutti quelli che hanno preceduto Helewen stesso: è la letteratura che eterna i suoi protagonisti; un concetto ribadito dallo stesso Helewen, che chiede a Domenir di scrivere quanto gli racconta affinché – su un piano fittizio, chiaramente, ma non per questo viene meno il suo significato simbolico – le generazioni future possano conoscere la storia dei Pirin. Si tratta di una storia complessa, dove compaiono divinità, viaggi impossibili da compiere, magia, strane creature, un sistema statale fuori dall’ordinario e soprattutto tanti personaggi. I personaggi non sono troppo approfonditi e più che essere i personaggi di un romanzo sono simili a quelli delle fiabe; una scelta in linea con l’impianto dell’opera e che ci fa incontrare, per esempio, il giovane coraggioso, la principessa innamorata, il re giusto, il re cattivo e così via. Fa eccezione Helewen, di cui si può avere una doppia prospettiva: una attraverso gli occhi di Domenir e una attraverso le parole di Helewen stesso, quando narra di sé, descrivendo gli eventi che poi, presumo, saranno ripresi nel secondo volume. Helewen è un personaggio dolente, di una nobiltà e gentilezze insite, calmo, responsabile, ma è anche, a suo modo, sognatore. Non ci fornisce una morale per i racconti, lascia che siano loro a parlare da soli, tenendo conto che in ogni caso sono racconti che mirano in prima battuta a stupirci con ambientazioni e descrizioni, a mostrarci la complessità del mondo creato dall’autore. Questo intento è supportato anche dalle numerose illustrazioni che riempiono le pagine, che arricchiscono il testo e concretizzano quando descritto.

La complessità dell’impianto del libro si specchia nella scrittura: Pirin. Le memorie di Helewen è scritto con uno stile complesso, ricchissimo di aggettivi, di termini poco usati e con periodi lunghi che rendono la lettura lenta, per quanto il libro sia suddiviso in capitolo brevi.

In conclusione, Pirin. Le memorie di Helewen è un romanzo sofisticato e impegnativo, non adatto a a tutti, ma ai lettori che cercano qualcosa di diverso dal solito e che amano i libri complessi.

martedì 7 agosto 2018

Tasar sbarca su Playtrip! La nuova avventura per Android e iOS



Tasar ha perso la memoria. Le uniche cose che ricorda sono le tragiche circostanze in cui sono scomparsi i suoi genitori. Le domande sul suo passato gettano ombre sul suo futuro. Le risposte potrebbero trovarsi nei suoi sogni ricorrenti? Potrà la magia dargli il potere di rimettere in ordine i tasselli del mosaico? E se sì, attraverso quale sentiero? 

Scoprite in esclusiva sull'app Playtrip le avventure di Tasar, spin off della saga dei Pirin che vi permetterà di vivere delle innovative esperienze fantasy di storytelling geolocalizzato! La prima parte, "Tasar - L'Apprendista", disponibile in 3 capitoli da scaricare separatamente, è completamente gratuita, ed esiste in 4 diverse ambientazioni: Lugano, Milano, Roma e Napoli. 
Disponibile sia per dispositivi Android che iOS. Cosa aspettate a iniziare questa nuova avventura dell'universo fantasy dei Pirin?









giovedì 10 maggio 2018

La recensione de "Le Gesta di Nhalbar" sul blog letterario "Les Fleurs du Mal"




Introduzione, a cura di Alessandra Micheli

Quando un libro riesce a raccontarsi, lasciarlo è sempre un lieve, silenzioso dolore.

Ed è quello che capita alla nostra Francesca cosi affascinata dal fantastico mondo creato dal bravissimo Sebastiano. Sarà difficile tronare su questa terra arida dopo aver sfiorato la bellezza. Eppure, per ironia della sorte, quelle emozioni, quel mondo di incanto ci aiuteranno a vivere meglio questi anni disperati. Perché saranno il porto sicuro a cui tornare nei sogni notturni, e la linfa vitale a cui attingere per ritrovare la forza eroica per combattere ogni demone di questa società dalle mille orripilanti testa.

La saga di Pirin ci ha ricordato la nostra vera essenza e dimostrato come, ognuno di noi, in fondo resta un vero eroe.

La magia è dentro di voi e la spandete attorno. Sta alla vostra responsabilità decidere se si vesta di oscurità o di luce. Forgiate le vostre armi, e andate incontro alle tenebre sapendo che, basta una piccola fonte di luminosità per sconfiggerle.

Buona lettura.

Libro Terzo. Le Gesta di Nhalbar. Recensione di Francesca Giovannetti

Ultimo capitolo: l’epica saga giunge al finale.

La corona di Sibereht è forgiata, si cerca il suo legittimo destinatario.

Nel frattempo il mondo crolla. La profezia di avvera: i figli di Helewen e Hairam porteranno allo stesso tempo immensa distruzione e inestimabile luce nel mondo. Così ha decretato il destino. Inkahal, il Fato supremo, l’entità che si erge persino sopra gli dei, da lui tutto proviene, a lui tutto torna, la singola vita, l’insieme di ogni forma vivente. A tratti ricorda il Fato della mitologia greca, al quale neanche gli dei dell’Olimpo potevano opporsi, a tratti familiarmente ricorda il creatore della religione cristiana, che dona il libero arbitrio, che plasma il mondo ma non ne controlla il flusso.

L’opera ha sicuramente la sua trama fantasy che cattura e rapisce, il buono contro il cattivo, il mondo che deve essere salvato dalle tenebre, i re, le alleanze, i tradimenti, i sotterfugi, gli eroi, i maghi e gli stregoni, gli dei che rivendicano i loro adoratori. Si svela l’identità del giovane Domenir, lo scriba al quale Helewen affida il memoriale, si scopre la meta verso la quale sono diretti i suoi genitori, che abbiamo conosciuto nelle pagine iniziali del primo capitolo. Si portano alla luce i legami di sangue rimasti sotto un filo nascosto.

Potrebbe bastare questo per renderlo un libro accattivante e per invogliare alla lettura ma qui, come sempre, si va oltre. L’eroe non è sempre sicuro e irreprensibile, è umano e tentato, e l’antieroe perde le certezze della malvagità, si interroga sulla catastrofe che ha portato; niente è fermo, i personaggi crescono e si formano, capiscono e dubitano, perdono le primarie certezze per conquistarne di nuove.

È un insegnamento prezioso quello che ricaviamo. Acquistare la libertà significa liberarsi dai legami imposti dalla società, dal rapporto re- suddito. Scompaiono tutte le divinità alla luce di una nuova Era, dove la conoscenza libera dal giogo della sudditanza e riconosce ogni essere vivente sovrano di se stesso, e ogni essere vivente è sacro ai propri occhi e quelli altrui. Senza dei, sacerdoti e altari. È il tempo dell’alleanza, dell’equità, della comprensione, della libertà suprema.

La consapevolezza di se stessi, del proprio essere, del qui e ora, dello spogliarsi per rivestirsi con nuovi panni.

E dopo tale, potente messaggio, niente altro dovrebbe essere aggiunto…ma…

…le gesta dei Pirin non sono terminate con una trilogia letteraria. L’autore ha creato intorno a essi un vero e proprio universo multimediale che consiste in un blog dedicato, in un vocabolario della lingua di Lothriel, in un videogioco che costituirà uno spin off della trilogia.

Un progetto e un’opera come poche se ne incontrano.

La recensione di "Hairam Regina" sul blog letterario "Les Fleurs du Mal"




Introduzione, a cura di Alessandra Micheli

Eccoci al secondo capitolo della Saga dei Pirin, con la nostra Francesca sempre più ammaliata dallo stile di Sebastiano. Uno stile che è difficile da raccontare, così come spesso è difficile decifrare la bellezza. Perché la bellezza ti cattura, ti rapisce e ti modella rendendoti parte di quell’eterno splendore che un giorno decise di discendere sulla terra. Lasciatemelo dire. Da responsabile di un blog amatoriale quando accolgo questi capolavori, mi sento privilegiata. Il sogno che ho reso possibile diventa simile alla rivelazione, come se la fonte di ogni esistenza avesse scelto e designato questo piccolo esperimento, il centro cosmico da cui far diramare il suo benigno influsso.
E allora non più blogger ma partecipe della magia dell’evoluzione, partecipe del Sacro Mistero della creazione, complice e misera esecutrice del divin progetto.
Per qest’emozione, che mi fa dimenticare per un attimo il mio misero status umano per avvicinarmi a quello di messaggero, ringrazio Sebastiano Brocchi.

E la bravissima Francesca che assieme a me, ha scelto di aiutare le Norne, intessendo l’arazzo complicato ma incredibile del nostro destino.

Libro Secondo. Hairam Regina. Recensione di Francesca Giovannetti

I frammenti della corona di Sibereth e il Martello dell’ Alleanza sono stati recuperati e al sicuro nei sotterranei della reggia di Lothriel, ma per forgiare la corona, manca un ultimo elemento : Elpur, l’incudine. Hairam ed Helewen, protagonisti del secondo capitolo della saga, hanno il compito di portare a termine l’impresa. Compiendo lunghi viaggi attraverso terre sconosciute, scopriranno se stessi e la portata della missione che gli è stata affidata.

L’autore non delude e non allenta la presa sul lettore. Se amate i fantasy di facile consumo state lontani da questa opera. Si ripercorrono le Ere della storia e la creazione del mondo. Dei, semidei e creature mortali alternano le loro battaglie, fino al momento in cui la corona di Sibereth farà di nuovo la sua apparizione. Questo oggetto, da cui i protagonisti sono attratti e spaventati, chiamati dalla forza superiore del fato e allontanati dai terribili vaticini che ne annunciano la sua rinascita, suscitano nel lettore un pathos che cresce inesorabilmente; il buio e la luce, le tenebre e il sole, Belhagard e Ghaladar, gli dei della guerra e del sole. Ogni cosa, per esistere, ha bisogno del suo contrario. La corona di Sibereth unisce gli opposti, ambasciatrice dei tempi più oscuri attraverso il quali si forgia la rinascita. Il libro scende nelle viscere emotive, togliendo la patina per scavare nelle anime dei protagonisti. Non sono perfetti, non sono unici, non sono eroi. Amano, odiano, dubitano con uguale intensità. Il sangue mortale dei Pirin fa sentire la sua voce.

Helewen e Hairam plasmano la loro vita insieme, lottando contro nemici ben temibili. La ricerca dell’incudine passa attraverso una crescita caratteriale che li obbliga ad affrontare tre ostacoli principali.

Dubbio, Gelosia e Orgoglio sono i nomi di questi oscuri tiranni […] cercateli fino a quando li avrete trovati, quando li avrete trovati affrontateli, e quando sarete pronti decapitateli. Quando li avrete decapitati, seppelliteli, ma conservate il loro ricordo: presto o tardi essi risorgeranno, pronti a colpirvi di nuovo. Riconosceteli, e sarete più forti di loro.

È un percorso di formazione completamente in salita e che non ha mai fine. Ma conoscere il nemico rende vittoriosi.

Helewen è re, rispettato e riconosciuto nella sua abilità di giudizio e nella sua arguzia politica e militare; ma il regno di Lothriel aspetta la sua regina. È Hairam, attesa e desiderata dagli dei, che impediscono che qualcun’altra sia scelta. Da amica d’infanzia e di avventura, a regina pacata, ferma, indispensabile per governare. Il personaggio suscita ammirazione per la sua saggezza e per l’intelligenza nell’affrontare devastanti situazioni emotive. Il lato umano di Hairam ce la fa amare, ci fa immedesimare in lei, non più regina ma donna, e nello stesso tempo la invidiamo, per la sua capacità di essere sempre all’altezza, anche dopo grandi smarrimenti.

La trama si dipana attraverso descrizioni di lotte per il potere, intrighi al palazzo, oscure presenze, pericoli percepiti ma ancora non visibili.

Un fantasy epico che va ancora oltre il Bene, il Male e la lotta. L’autore scava, approfondisce, ci fa conoscere, spiega, giustifica, insegna, prepara infine all’ultimo imperdibile capitolo.

lunedì 30 aprile 2018

Eselmir Fan Art Contest su S&LF



Sul gruppo Facebook "Scrittori & Lettori Fantasy" è stato lanciato un contest di Fan Art dedicato alla figura di Eselmir, protagonista del videogame "Eselmir e i cinque doni magici" (Stelex Software). A vincere il concorso, aggiudicandosi il videogioco, è l'artista Rosemary Monticelli (http://fantasmary.altervista.org). Complimenti!

martedì 24 aprile 2018

La recensione de "Le memorie di Helewen" sul blog letterario "Les Fleurs du Mal"




Introduzione, a cura di Alessandra Micheli

La cultura popolare ha dato alla letteratura i migliori racconti, quelli in cui è racchiusa tutta la nostra tradizione umana. Valori sociali, miti sulla fondazione, elementi di scienza e di magia, esperienze e soprattutto, la modalità con cui il legame tra noi e la natura si è sviluppato, perfezionato e consolidato. Ecco il valore etico e storico dei miti, delle leggende e soprattutto delle fiabe. Senza queste memorie antiche, che contengono sempre l’orrore del disastro vero o presunto, causato da coloro che trasgrediscono le leggi sacre, quelle che riescono a garantire non soltanto la purezza degli insegnamenti ma che elargiscono semi di rispetto nell’interazione con l’altro e con l’ecosistema. Come disse sempre Gregory Bateson, il dio Ecologico non può essere beffato. Esso si riconferma come il collante che tiene insieme un immenso mosaico dove, fauna flora e animali tra cui l’uomo stesso, riescono a convivere creando un sistema interconnesso. Ecco cosa racconta la scienza sacra tanto amata da Guenon o i miti riguardanti la dinastia di Re sacerdoti. O le leggende della genesi che raccontano sempre come, dopo un disastro creato da una mancanza, si ricostruisce sempre dal nuovo.

E cosa dire dei racconti riguardanti il giardino dell’Eden?

Sono tutti elementi che possono riguardare sia una storia mitica fonte della società che oggi è da noi mantenuta, sia un racconto iniziatico dell’anima che, nei racconti, non è mai frutto di un’evoluzione puramente darwiniana ma da una trasformazione di tipo gnostico. Noi discesi dal cielo, spesso a causa della rottura di un tabù (angeli che si innamorano di donne o un semplice umani che riescono a far innamorare di loro esseri appartenenti al regno del numinoso) siamo ibridi meravigliosi e oscuri partecipanti di due nature opposte che si combattono e che in questo percorso di crescita devono ritrovare l’originaria armonia. Insomma l’uomo non è affatto frutto di una coincidenza, ma scaturito da un preciso progetto, da un esperimento in cui si unisce lo spirito con il terreno. Come poi viene considerato quest’esperimento se frutto di una volontà creatrice o distruttrice cosi come raccontato dai bellissimi testi gnostici, è un discorso a parte che risente di influenze religiose ossia di come si avverte la posizione di questo strano essere chiamato uomo all’interno della creazione stessa. E tanto più lo iato tra la sua natura divina e terrena si fa ampio e dissonante, tanto più saremo considerati vittime di un inganno e prigionieri di un crudele e beffardo demiurgo.

Nel caso di Brocchi ci si trova di fronte a un maestoso tentativo di fondere due anime: quella orientale molto meno “arrabbiata” e quella occidentale, con quella frustrazione congenita causata, forse, dalla perdita di una parte della nostra stessa memoria. Ecco che il primo libro che racconta della fondazione, diviene abbagliante, seduttivo e terribilmente poetico. I Pirin sono i nostri progenitori, ibridi bellissimi frutto di un tabù terrificante quello che porta un semplice orafo deciso a superare i propri limiti umani a innamorarsi e a farsi sedurre dalla moglie del dio della luce, la fata dei fiori. Ecco la genesi della tribù dei semidei. E questo mito ricalca, in maniera molto orientaleggiante in cui si sommano gli stessi effluvi esotici delle mille e una notte, i bellissimi racconti del lontano, ma non troppo, oriente.

Le memorie di Helewen divengono cosi le nostre stesse memorie. E i Pirin seppur annacquati diveniamo noi, la razza umana perduta nei meandri del tempo, dimentica che, un tempo, essa nasceva dal fiore baciato dalla luce e dal coraggio spavaldo e folle di un orafo, di un semplice artigiano guidato dalla forza dell’amore. E non è un caso che i progenitori di questa strana comunità di semidei sia un orafo, ossia un lavoratore della materia preziosa per eccellenza l’oro, quello che tutti noi aspiriamo a diventare tramite un alchemico e difficoltoso percorso. Dotato delle caratteristiche del metallo esoterico per eccellenza, l’oro, grazie al coraggio, alla generosità, alla volontà del dare per poi poter ricevere, la sua strada diviene si irta di orrori ma anche di eterne e incantate meraviglie.

E tutto questo esoterismo si rivela contenuto in un solo comandamento: ama e fa ciò che vuoi.

La saga dei Pirin, dunque, riveste una notevole importanza etnologica e non solo letteraria, non solo bellezza ma memoria del nostro passato, del nostro presente e immagine del nostro futuro. Andiamo a scoprire meglio il primo dei tre libri assieme alla nostra Francesca.


 Libro Primo. Le memorie di Helewen. Recensione di Francesca Giovannetti

“Scriverai la mia storia, Nhalfòrdon-Domenir. Così che i ricordi di un vecchio re non vadano perduti con la sua morte”, sentenziò il Pirin.

 Nella splendida villa delle Magnolie l’anziano re Helewen affida al giovane Nhalfòrdon-Domenir,  nominato senza preavviso suo scrivano, la nascita, i miti, gli dei , le leggende del popolo dei Pirin, discendenti dalla ninfa Uhilyn, la fata dei fiori di loto, unitasi in antichissimi tempi con un uomo di stirpe mortale. Il popolo dei semidei, che vive nel regno di Lothriel, possiede la bellezza e la saggezza propria degli immortali e i suoi discendenti, nel corso delle ere, vagano per le terre di Gaimat incontrando popoli di stirpe e natura diversi, folletti, nani, giganti, spiritelli e uomini.
È impossibile presentare una sinossi di questo capitolo della saga epica dei Pirin. Il primo libro narra l’incontro fra i capostipiti, l’orafo Theoson e la ninfa Uhilyn  e termina con l’incoronazione a re di Helewen. Nello snodarsi della storia i due eventi principali sono la costruzione del magnifico tempio di Ghaladar, il dio sole, e la ricerca delle due metà della corona di Sibereht  da parte di Helewen e della sua futura sposa, corona che potrà cambiare il destino del mondo.
Non sempre il genere di appartenenza di un’opera descrive in pieno l’opera stessa, ma in questo caso le due cose combaciano alla perfezione. L’aggettivo che meglio descrive questo testo è infatti: epico.
Epico nella vicende narrate, epico nei personaggi e nei caratteri, epico nelle splendide descrizioni, accurate e magnifiche, epico nello stile, tipico delle grande narrativa fantasy.
Niente è lasciato al caso.

Ogni particolare è curato nei dettagli più minuti. Ogni popolo è descritto nella sua fisicità, nel tipo di società che ha creato, nel modo di vestire, negli ornamenti che indossa. Ogni fiore, ogni pianta, ogni paesaggio è curato nei colori e nei movimenti.
Ogni dio descritto nelle sue capacità e nelle sue mancanze, ogni rituale spiegato, ogni  preghiera, ogni canto, ogni formula ha la sua ragion d’essere.
Geniale è il risultato di un’opera così accurata, che , come lo stesso autore ci rivela, ha visto la luce dopo dieci anni di lavoro.
Non poteva essere altrimenti, certe vette non sono raggiungibili in tempi diversi.
Ogni avventura vissuta da un personaggio non porta in sé soltanto un mero racconto ma trasmette un messaggio. Uno fra i tanti, quello sull’amore

“… è facile amare ciò che siamo in grado di comprendere, ciò con cui siamo d’accordo e che troviamo ragionevole, ma il contrario, l’amore incondizionato, che supera il giudizio dell’intelletto, è il più raro dei miracoli di un cuore.”

Questa è la straordinaria forza dell’opera, condividere  riflessioni estremamente connesse con la realtà quotidiana usando come mezzo la letteratura fantasy.
Ma i pregi della saga non finiscono qui. Cattura infatti l’ammirazione del lettore la capacità dell’autore di aver dato vita a una nuova lingua e a nuovi alfabeti, che troviamo nell’appendice. Una mole di lavoro affrontata con professionalità, diligenza, metodo e una fantasia senza confini.
Il tocco finale lo abbiamo invece nelle particolareggiate illustrazioni sparse fra le pagine, che nascondono anche uno spartito musicale composto ad hoc.
Non si può chiedere di più a un epic fantasy.
Perfetto.