giovedì 10 maggio 2018

La recensione de "Le Gesta di Nhalbar" sul blog letterario "Les Fleurs du Mal"




Introduzione, a cura di Alessandra Micheli

Quando un libro riesce a raccontarsi, lasciarlo è sempre un lieve, silenzioso dolore.

Ed è quello che capita alla nostra Francesca cosi affascinata dal fantastico mondo creato dal bravissimo Sebastiano. Sarà difficile tronare su questa terra arida dopo aver sfiorato la bellezza. Eppure, per ironia della sorte, quelle emozioni, quel mondo di incanto ci aiuteranno a vivere meglio questi anni disperati. Perché saranno il porto sicuro a cui tornare nei sogni notturni, e la linfa vitale a cui attingere per ritrovare la forza eroica per combattere ogni demone di questa società dalle mille orripilanti testa.

La saga di Pirin ci ha ricordato la nostra vera essenza e dimostrato come, ognuno di noi, in fondo resta un vero eroe.

La magia è dentro di voi e la spandete attorno. Sta alla vostra responsabilità decidere se si vesta di oscurità o di luce. Forgiate le vostre armi, e andate incontro alle tenebre sapendo che, basta una piccola fonte di luminosità per sconfiggerle.

Buona lettura.

Libro Terzo. Le Gesta di Nhalbar. Recensione di Francesca Giovannetti

Ultimo capitolo: l’epica saga giunge al finale.

La corona di Sibereht è forgiata, si cerca il suo legittimo destinatario.

Nel frattempo il mondo crolla. La profezia di avvera: i figli di Helewen e Hairam porteranno allo stesso tempo immensa distruzione e inestimabile luce nel mondo. Così ha decretato il destino. Inkahal, il Fato supremo, l’entità che si erge persino sopra gli dei, da lui tutto proviene, a lui tutto torna, la singola vita, l’insieme di ogni forma vivente. A tratti ricorda il Fato della mitologia greca, al quale neanche gli dei dell’Olimpo potevano opporsi, a tratti familiarmente ricorda il creatore della religione cristiana, che dona il libero arbitrio, che plasma il mondo ma non ne controlla il flusso.

L’opera ha sicuramente la sua trama fantasy che cattura e rapisce, il buono contro il cattivo, il mondo che deve essere salvato dalle tenebre, i re, le alleanze, i tradimenti, i sotterfugi, gli eroi, i maghi e gli stregoni, gli dei che rivendicano i loro adoratori. Si svela l’identità del giovane Domenir, lo scriba al quale Helewen affida il memoriale, si scopre la meta verso la quale sono diretti i suoi genitori, che abbiamo conosciuto nelle pagine iniziali del primo capitolo. Si portano alla luce i legami di sangue rimasti sotto un filo nascosto.

Potrebbe bastare questo per renderlo un libro accattivante e per invogliare alla lettura ma qui, come sempre, si va oltre. L’eroe non è sempre sicuro e irreprensibile, è umano e tentato, e l’antieroe perde le certezze della malvagità, si interroga sulla catastrofe che ha portato; niente è fermo, i personaggi crescono e si formano, capiscono e dubitano, perdono le primarie certezze per conquistarne di nuove.

È un insegnamento prezioso quello che ricaviamo. Acquistare la libertà significa liberarsi dai legami imposti dalla società, dal rapporto re- suddito. Scompaiono tutte le divinità alla luce di una nuova Era, dove la conoscenza libera dal giogo della sudditanza e riconosce ogni essere vivente sovrano di se stesso, e ogni essere vivente è sacro ai propri occhi e quelli altrui. Senza dei, sacerdoti e altari. È il tempo dell’alleanza, dell’equità, della comprensione, della libertà suprema.

La consapevolezza di se stessi, del proprio essere, del qui e ora, dello spogliarsi per rivestirsi con nuovi panni.

E dopo tale, potente messaggio, niente altro dovrebbe essere aggiunto…ma…

…le gesta dei Pirin non sono terminate con una trilogia letteraria. L’autore ha creato intorno a essi un vero e proprio universo multimediale che consiste in un blog dedicato, in un vocabolario della lingua di Lothriel, in un videogioco che costituirà uno spin off della trilogia.

Un progetto e un’opera come poche se ne incontrano.

La recensione di "Hairam Regina" sul blog letterario "Les Fleurs du Mal"




Introduzione, a cura di Alessandra Micheli

Eccoci al secondo capitolo della Saga dei Pirin, con la nostra Francesca sempre più ammaliata dallo stile di Sebastiano. Uno stile che è difficile da raccontare, così come spesso è difficile decifrare la bellezza. Perché la bellezza ti cattura, ti rapisce e ti modella rendendoti parte di quell’eterno splendore che un giorno decise di discendere sulla terra. Lasciatemelo dire. Da responsabile di un blog amatoriale quando accolgo questi capolavori, mi sento privilegiata. Il sogno che ho reso possibile diventa simile alla rivelazione, come se la fonte di ogni esistenza avesse scelto e designato questo piccolo esperimento, il centro cosmico da cui far diramare il suo benigno influsso.
E allora non più blogger ma partecipe della magia dell’evoluzione, partecipe del Sacro Mistero della creazione, complice e misera esecutrice del divin progetto.
Per qest’emozione, che mi fa dimenticare per un attimo il mio misero status umano per avvicinarmi a quello di messaggero, ringrazio Sebastiano Brocchi.

E la bravissima Francesca che assieme a me, ha scelto di aiutare le Norne, intessendo l’arazzo complicato ma incredibile del nostro destino.

Libro Secondo. Hairam Regina. Recensione di Francesca Giovannetti

I frammenti della corona di Sibereth e il Martello dell’ Alleanza sono stati recuperati e al sicuro nei sotterranei della reggia di Lothriel, ma per forgiare la corona, manca un ultimo elemento : Elpur, l’incudine. Hairam ed Helewen, protagonisti del secondo capitolo della saga, hanno il compito di portare a termine l’impresa. Compiendo lunghi viaggi attraverso terre sconosciute, scopriranno se stessi e la portata della missione che gli è stata affidata.

L’autore non delude e non allenta la presa sul lettore. Se amate i fantasy di facile consumo state lontani da questa opera. Si ripercorrono le Ere della storia e la creazione del mondo. Dei, semidei e creature mortali alternano le loro battaglie, fino al momento in cui la corona di Sibereth farà di nuovo la sua apparizione. Questo oggetto, da cui i protagonisti sono attratti e spaventati, chiamati dalla forza superiore del fato e allontanati dai terribili vaticini che ne annunciano la sua rinascita, suscitano nel lettore un pathos che cresce inesorabilmente; il buio e la luce, le tenebre e il sole, Belhagard e Ghaladar, gli dei della guerra e del sole. Ogni cosa, per esistere, ha bisogno del suo contrario. La corona di Sibereth unisce gli opposti, ambasciatrice dei tempi più oscuri attraverso il quali si forgia la rinascita. Il libro scende nelle viscere emotive, togliendo la patina per scavare nelle anime dei protagonisti. Non sono perfetti, non sono unici, non sono eroi. Amano, odiano, dubitano con uguale intensità. Il sangue mortale dei Pirin fa sentire la sua voce.

Helewen e Hairam plasmano la loro vita insieme, lottando contro nemici ben temibili. La ricerca dell’incudine passa attraverso una crescita caratteriale che li obbliga ad affrontare tre ostacoli principali.

Dubbio, Gelosia e Orgoglio sono i nomi di questi oscuri tiranni […] cercateli fino a quando li avrete trovati, quando li avrete trovati affrontateli, e quando sarete pronti decapitateli. Quando li avrete decapitati, seppelliteli, ma conservate il loro ricordo: presto o tardi essi risorgeranno, pronti a colpirvi di nuovo. Riconosceteli, e sarete più forti di loro.

È un percorso di formazione completamente in salita e che non ha mai fine. Ma conoscere il nemico rende vittoriosi.

Helewen è re, rispettato e riconosciuto nella sua abilità di giudizio e nella sua arguzia politica e militare; ma il regno di Lothriel aspetta la sua regina. È Hairam, attesa e desiderata dagli dei, che impediscono che qualcun’altra sia scelta. Da amica d’infanzia e di avventura, a regina pacata, ferma, indispensabile per governare. Il personaggio suscita ammirazione per la sua saggezza e per l’intelligenza nell’affrontare devastanti situazioni emotive. Il lato umano di Hairam ce la fa amare, ci fa immedesimare in lei, non più regina ma donna, e nello stesso tempo la invidiamo, per la sua capacità di essere sempre all’altezza, anche dopo grandi smarrimenti.

La trama si dipana attraverso descrizioni di lotte per il potere, intrighi al palazzo, oscure presenze, pericoli percepiti ma ancora non visibili.

Un fantasy epico che va ancora oltre il Bene, il Male e la lotta. L’autore scava, approfondisce, ci fa conoscere, spiega, giustifica, insegna, prepara infine all’ultimo imperdibile capitolo.